Flora e fauna

 

Comune di Collesalvetti

     

 

 

La Palude del Biscottino

 

La Palude del Biscottino (da “bis-coccam”, termine riconducibile alla forma irregolare del terreno coltivabile sottratto alla palude) si estende per 20 ha ca. presso l’omonima fornace (attualmente in disuso), nella piana tra Coltano, Stagno e Guasticce, tra la S.S. 67 bis Tosco-Romagnola e l’Emissario di Bientina; l’area è inclusa nel Sito di Importanza Comunitaria “Padule di Suese e Biscottino”, in base alla Direttiva Habitat (92/43/CEE), ed è Sito di Interesse Regionale ai sensi della L.R.T. 56/00.

In “connessione ecologica” con altre piccole zone umide relitte locali, quali la Contessa (o Suese) e l’ex-Padule dell’Isola, l'area, seppur di origine artificiale (legata all’esercizio della cava d’argilla della fornace), testimonia il naturale assetto idrogeologico del territorio compreso tra Pisa e Livorno, caratterizzato da “stagni”, “acquitrini”, “marazzi” e “paduli”, così come risulta dalle descrizioni dei Naturalisti-Viaggiatori del XVIII e XIX secolo.

Termini quali “faldo” (terreno bonificato e dissodato), “colmata”, “pastura”, “prato” sono indicativi dello sforzo operato dall’uomo per bonificare e coltivare porzioni di terreno palustre o dell’utilizzo dei prati ad alte erbe palustri, poco redditizi per l’attività agricola, per il pascolo del bestiame.

Alle antiche attività di caccia e pesca in padule si affiancava il taglio e la raccolta della vegetazione palustre: il falasco come fieno e lettiera per il bestiame e come copertura per le capanne e per gli ovili, carici, cannuccia palustre, tife, giunchi e salici per la realizzazione di oggetti di uso domestico e quotidiano.

Nelle descrizioni di Targioni Tozzetti, Mariti, Repetti si narra di “fattorie sorte in mezzo agli stagni”, di “popolazione di uomini subentrata a quella delle tinche, dei germani e delle lontre”, ma anche di “malaria”, di “aria malsana” di “frutti ed altri alberi sterpagnoli e spogliati di frondi”, di animali che “pascendosi di quell’erbe acquatiche padulose, soffrono e si infettano”.

 

Tale la duplice connotazione del rapporto uomo-palude: da un lato la palude come fonte di vita e di sussistenza dai tempi preistorici sino agli anni '20, dall’altro quale realtà ostile al progresso, causa di malattia e di morte.

 

 

 

 

 

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A cura di: Francesca Ruggeri

 

   

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