ANPIL "Parrana S. Martino"

 

Comune di Collesalvetti

     

 

 

  La fauna dell’ANPIL "Parrana S. Martino"

 

Le estensioni di boschi sempreverdi e le coperture di bosco mesofilo registrano numerose e svariate presenze animali, a partire dagli organismi abitatori della lettiera e del suolo, quali nematodi, lombricidi, acari, aracnidi, miriapodi, crostacei oniscidi, ad insetti xilofagi tra cui il cerambice della quercia (Cerambyx cerdo) ed il cervo volante (Lucanus cervus), alle svariate specie di ortotteri, coleotteri, imenotteri, eterotteri.

Sui rametti di quercia sono spesso visibili strutture (dette galle) di varia forma (a seconda delle specie), una sorta di rigonfiamenti ipertrofici entro i quali crescono e si impupano le larve dei cinipidi, piccoli imenotteri che depongono le loro uova nei tessuti vegetali della piante.

In primavera rane verdi (Rana kl. esculenta), rane rosse (Rana dalmatina) e rospi comuni (Bufo bufo) depongono le loro uova in pozze temporanee del bosco e nelle vicinanze è spesso rintracciabile la biscia dal collare (Natrix natrix) a caccia di piccoli vertebrati. Le radure e i margini più assolati dei boschi sono frequentati dal biacco (Coluber viridiflavus), dal ramarro (Lacerta viridis) e dall’orbettino (Anguis fragilis).

Zone di radura e cespuglieti costituiscono l’habitat ideale anche per lepri (Lepus europaeus) e conigli (Oryctolagus cuniculus), le zone aperte intervallate al bosco sono frequentate dal capriolo (Capreolus capreolus) e da rapaci diurni come la poiana (Buteo buteo), a caccia di piccoli roditori, o da rapaci notturni quali il barbagianni (Tyto alba) e la civetta (Athene noctua), maggiormente legati ad ambienti antropici.

Le specie del sottobosco forniscono nutrimento con frutti, radici e bulbi a svariate specie di uccelli e costituiscono una fonte alimentare importante anche per la volpe (Vulpes vulpes), l’istrice (Hystrix cristata), il tasso (Meles meles), il cinghiale (Sus scrofa) e i piccoli roditori.

 

Nel sottobosco costruiscono il proprio nido passeriformi come merlo (Turdus merula) e scricciolo (Troglodytes troglodytes), mentre altri passeriformi prediligono le biforcazioni di rami più alti; i picchi scavano nei tronchi nuovi nidi e le vecchie cavità abbandonate sono occupate da cince (P. caeruleus, P. ater), upupe (Upupa epops), rampichini (Certhia brachydactyla), torcicolli (Jynx torquilla) e da rapaci notturni come sito di rifugio per l’inverno o per la nidificazione.

 

 

 

 

 

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A cura di: Francesca Ruggeri

 

   

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